La chenestopatia è una patologia che distorce la percezione del paziente e raramente è dolorosa. Tuttavia, i suoi vari sintomi e manifestazioni possono diventare un handicap e impedire al paziente di avere una vita normale.
La
cenestopatia è un disturbo più legato alla psichiatria, perché la malattia è definita più come un disturbo emotivo. È una forma di disturbo che viene spesso equiparata a una lieve ipocondria, ma senza essere accompagnata da deliri. I Cenestopatici sono soggetti che vivono con una continua sensazione di disagio e la percezione che hanno del proprio corpo non corrisponde alla realtà. Le persone affette da cenestopatie non solo avvertono strane sensazioni nel loro corpo, ma spesso vivono anche in un'ansia perpetua, espressa da paure e comportamenti maniacali, soprattutto per quanto riguarda l'igiene.
Sintomi
I sintomi della cenestopatia riguardano principalmente la percezione corporea: il soggetto ha l'impressione che il suo corpo stia cambiando aumentando o diminuendo di volume o appiattindosi. A volte si sentono come se una corrente elettrica scorresse attraverso i loro corpi o avvertono crampi e tremori. I disturbi dovuti alla cenestopatia sono spesso accompagnati da mal di testa. Anche i problemi di sensibilità cutanea come l'iperestesia, il dolore e il prurito sono sintomi della cenestopatia. In alcuni casi, le persone con la malattia possono sentirsi come se avessero un corpo estraneo nel loro corpo.
Il trattamento omeopatico
Sabadilla, ottenuto grazie alla cevadilla, che è una pianta messicana, viene utilizzato per combattere la Cenestopatia. Si ottiene dai semi della pianta che vengono essiccati prima di estrarre la tintura madre. Sabadilla 15 CH è usato per il trattamento della cenestopatia, che deve durare almeno tre mesi, con cinque granuli assunti due volte al giorno, al mattino e alla sera. Le compresse vengono poste sotto la lingua fino a quando non si sciolgono.
Cosa c'è da sapere sul trattamento
Offerto sotto forma di capsule, Sabadilla non deve essere assunto durante i pasti. Inoltre, è anche necessario privarsi di alcune sostanze che possono annientare l'effetto del trattamento omeopatico. Il tabacco e il caffè sono severamente vietati durante il trattamento e le sostanze contenenti menta dovrebbero essere evitate.
Quando vedere un medico?
Se al termine del trattamento omeopatico le condizioni del paziente non migliorano, diventa necessario un consulto medico. Se la patologia ostacola il soggetto e gli impedisce di avere una normale vita sociale, allora si consiglia di consultare un medico.